Anche questo autunno, puntualissimo, arriva il blocco delle prestazioni diagnostiche, con l’aggravante dei tagli di almeno due miliardi alla sanità contenuti nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza. I presidenti di Regione, compresi quelli di centrodestra, fanno pressing sul governo, condividendo il richiamo fatto dal presidente Mattarella, che ha definito la sanità pubblica “un patrimonio da difendere”. L’unico modo per farlo, è mettere a disposizione maggiori risorse e spenderle bene. Nella situazione attuale, già un italiano su tre paga di tasca propria visite specialistiche e esami diagnostici presso strutture private convenzionate che nel frattempo hanno esaurito il budget concesso o ai medici in intramoenia che svolgono cioè la libera professione all’interno delle strutture ospedaliere. Una situazione questa che si riflette anche in provincia di Avellino.