Basta leggere i dati aggiornati al 2024 per avere la misura di un fallimento che non concede appello. Ad oggi nemmeno un euro è stato investito su ricerca e innovazione, competitività delle imprese, occupazione e lavoro, istruzione e formazione, capacità amministrativa. Solo il 4 per cento dei progetti previsti è stato realizzato
Il Progetto Pilota Alta Irpinia ha compiuto dieci anni. Ma nulla di ciò che sarebbe dovuto essere è stato. Per la prima volta, era il 2104, Venticinque comuni in forma associata si sedevano intorno ad un tavolo, realizzando un preliminare che sulla carta avrebbe potuto effettivamente cambiare il destino di quelle comunità attraverso la Scuola di comunità, la filiera comunitaria della salute, la rigenerazione dei servizi fondamentali, trasporti e mobilità, banda larga e agenda digitale. A conti fatti di quella visione non è rimasto nulla, la coesione tra i Comuni non è aumentata, anzi per certi versi la parcellizzazione si è acuita, non è stata avviata la gestione associata, la grandissima parte degli interventi previsti non è stata realizzata. L’analisi aggiornata al 2024, come si legge dal sito Open Coesione, ci dice che solo il 4% di progetti è arrivato a conclusione, mentre l’83% è ancora in corso e l’8% non è stato proprio avviato. Il costo pubblico si attesta su 16,8 milioni e il 5% dei progetti è stato liquidato. Attualmente sono monitorati 19 progetti e 2,5 milioni di pagamenti. Numeri impietosi. Volgendo lo sguardo ai settori di intervento il quadro si fa grottesco: cultura e turismo valgono il 53 per cento, inclusione sociale e salute il 21%, Reti e servizi digitali il 17%, Energia e Ambiente il 4%, Trasporti e mobilità l’1%. Zero per cento, invece, per ricerca e innovazione, competitività delle imprese, occupazione e lavoro, istruzione e formazione, capacità amministrativa. Nemmeno un euro, dunque, sulle leve fondamentali che avrebbero potuto restituire economie e sviluppo. Meno di 5milioni e mezzo sono stati investiti per l’acquisto di beni e servizi, 11milioni e mezzo per le infrastrutture, nemmeno un euro per gli Incentivi alle imprese, per Contributi alle persone, per conferimenti di capitale. Per il Museo e l’archivio Archivio Storico Diocesano di Nusco sono stati spesi 3.300.000 €, per il Completamento, il restauro e l’adeguamento funzionale dell’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi 3.000.000 €, per i Servizi digitali avanzati dell’Alta Irpinia, potenziamento della domanda di ICT da parte di cittadini e imprese, con focus sull’utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione in rete: sono stati spesi 2.878.977. Spiccioli, funzionali a progetti certamente utili che non hanno avuto e non potranno avere alcun impatto strutturale sui territori, in grado anche solo di arginare parzialmente lo spopolamento, ovvero di ridefinire la vocazione dei luoghi e delle comunità. Dieci anni di nulla, dieci anni perduti. Un fallimento che non concede appello.