Il cardinale Matteo Zuppi (Cei) a Montevergine: “Accogliere non è pericoloso, vuol dire dare vita e riceverne in cambio”. Alla celebrazione della solennità mariana anche il ministro Matteo Piantedosi.
La “juta” (salita) dei pellegrini a Montevergine per guardare negli occhi Mamma Schiavona è la metafora utilizzata da Sua Eminenza cardinale Matteo Zuppi in visita al Santuario questa mattina per celebrare la solennità di S. Maria di Montevergine. La salita faticosa lungo i tornanti del Monte Partenio che si sopporta con piacere se si affronta per una giusta causa. La metafora della vita da vivere con umiltà: “L’umiltà ci fa diventare grandi – un passo dell’omelia di Zuppi che a lungo si è soffermato su questo concetto – così come lo sguardo benevolo della Madonna, uno sguardo che accoglie, differente dallo sguardo di molti uomini che umiliano i loro fratelli”. All’inizio della celebrazione il cardinale ha voluto ricordare come la data del primo settembre sia legata a tre momenti importanti che gli stanno molto a cuore: “Oggi si festeggia Sant’Egidio una figura a me molto cara perché sono cresciuto in quella comunità; in questa data (primo settembre) 5 anni fa tra i cardinali eletti dal Papa c’era anche il vescovo di Bologna (ndr Matteo Zuppi) e per finire il primo settembre del ’39 iniziava la Seconda guerra mondiale. Ecco da quella tragedia non abbiamo imparato nulla e io quest’oggi chiederò alla Madonna di Montevergine di aprire gli occhi agli uomini per evitare che quel dolore si rinnovi di nuovo”. Il presidente della Cei ha voluto dedicare un pensiero agli anziani irpini ed alla loro forza di spirito quando portavano in spalla i bambini a salutare Mamma Schiavona. Un passaggio sull’accoglienza (riferimento anche ai migranti): “Ho visto come questo Santuario sia la Chiesa di tutti. Accogliere non è pericoloso, vuol dire dare vita ma anche riceverne in cambio. Siamo tutti figli della stessa madre che accoglie tutti indistintamente”. E sulle aree interne conclude il presidente della Cei: “Sono le radici più profonde del nostro paese, la storia passa da lì. Il rischio della loro desertificazione mette a repentaglio la ricchezza di questa nazione”. Presente alla celebrazione eucaristica, oltre il sindaco di Mercogliano ed il prefetto di Avellino, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che alla fine della messa è ritornato come il cardinale a parlare di radici, quelle che ci ancorano al passato ma che ci proiettano verso il futuro con i grandi temi attuali che ci impongono una seria riflessione.