L’Avellino a caccia di un blitz che manca dal lontano 1948. A Catania i lupi non vincono da 75 anni, lo sa Pazienza, lo sanno i suoi ragazzi e allora nonostante l’assenza del pubblico biancoverde serve una prova di forza e di orgoglio davanti ad una cornice di pubblico rossoblù da massima serie.
17mila gli spettatori, diretta nazionale, c’è tutto per una grande partita. Pazienza non cambia molto rispetto alle previsioni, l’unica sorpresa è Pezzella in cabina di regia al posto di Palmiero. L’avvio è importante, l’Avellino mette subito le cose in chiaro al decimo minuto con un calcio di punizione di Michele Marconi, non uno specialista di certo, ma l’uomo del destino.
Il suo destro deviato da Quaini mette fuori causa Beethers e porta i lupi sull’1-0. Terzo centro in campionato per l’attaccante toscano. Si fa male Benedetti dopo 15 minuti, arretra Armellino in difesa, entra Palmiero in mediana. Il Catania però reagisce e si divora una occasione importante con Mazzotta che sfonda in area ma si ritrova il pallone sul destro, debole la conclusione che Ghidotti para.
Spingono gli etnei, cross nel mezzo Sannipoli ingenuo trattiene Dubickas ed è calcio di rigore per i padroni di casa. Dal dischetto ci va Chiricò che si fa ipnotizzare da super Ghidotti, si resta sull’1-0 per l’Avellino. I lupi allora reagiscono, sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Pezzella stacca Mulè, palo pieno per il difensore dell’Avellino. Si va al riposo col vantaggio irpino.
Nella ripresa il Catania fa davvero pochissimo per impensierire un Avellino cattivo e ben messo in campo. Gori rileva Marconi, e la mossa è vincente perché Varela con una trivela mancina lancia Sgarbi in campo aperto, palla nel mezzo, è glaciale Gabriele Gori davanti al portiere. 2-0, gioco partita incontro, l’Avellino espugna il Cibali e può partire la festa.