10 punti dal primo posto, 4 dal secondo. E’ questa l’amara realtà del giorno dopo, quando la piazza biancoverde si risveglia con l’amaro in bocca dopo l’ennesimo passo falso al Partenio. Ma quello contro il Messina, un ko condito da una brutta prestazione, ha un sapore diverso.
Un sapore di resa, forse, per quella che è la vittoria finale del campionato. Il perché è facile da comprendere, le Vespe non si fermano, il Picerno nemmeno e l’Avellino invece ogni due settimane fa il suo stop and go. Non basta vincere in trasferta, una compagine che vuole conquistare la Serie B deve farlo soprattutto in casa, soprattutto con le cosiddette piccole.
E invece il Messina toglie sei punti all’Avellino, il Sorrento passa e vince, il Giugliano pure, la Virtus Francavilla e la Turris strappano il punto. Per non parlare del Latina alla prima giornata, del pareggio col Foggia e quello col Taranto. Oltre la beffa al 93’ contro la Juve Stabia.
Al di là delle pressioni, che certamente possono avere il loro peso, ma fino ad un certo punto, quello che si denota a quasi 4 mesi dall’ultima vittoria interna è una sorta di incapacità della squadra a dominare ed ammazzare le partite casalinghe. Le scelte di Pazienza contro il Messina potrebbero far discutere nel bene e nel male per 2 giorni di fila con un centrocampo a due che non ha vinto un contrasto e non ha fatto filtro, con zero occasioni pulite per gli attaccanti mai messi davanti alla porta se non per un’azione personale di Sgarbi conclusa malissimo davanti a Fumagalli.
E poi, il solito golletto degli avversari che chiude i giochi e fa emergere una fragilità emotiva esclusiva delle partite in casa. L’Avellino prova a reagire qualche volta ma non riesce mai a vincere la partita o a pareggiarla buttando alle ortiche occasioni ghiottissime.
Di conseguenza, vincere il campionato così proprio non si può. Potevano essere tanti gli alibi per mister Pazienza che chiaramente non aveva potuto costruire la squadra in estate ma ora a mercato concluso e a calciatori presi con il suo benestare, una prestazione del genere, così come quella col Sorrento, proprio non può andare giù ai tifosi che lo hanno contestato duramente al triplice fischio.
L’Avellino in casa non sa fare la partita, non sa dominarla, non sa vincerla. Le occasioni sciupate non bastano e non possono essere una giustificazione se poi non arrivano i tre punti. Mercoledì sera si gioca nell’infrasettimanale a Potenza, in trasferta, scongiuri a parte, potremmo dire, almeno potrebbe esserci la possibilità concreta di vincere.