Se il sindaco di Napoli fa spallucce, autorevoli riferimenti del Movimento Cinque Stelle blindano l’alleanza con il Pd. Un gioco delle tre carte che certifica la natura tattica delle dichiarazioni di Giuseppe Conte, costretto allo strappo con il Nazareno per mere ragioni di sopravvivenza. Uno strappo che non mette in discussione il potere, quello acquisito e quello da conquistare. A prescindere da Renzi
Se il Campo largo non esiste più, come affermato da Giuseppe Conte nel salotto di Bruno Vespa, non si comprende come possa continuare ad esistere a Napoli, dove il sindaco Manfredi governa con il sostegno di un’alleanza che va dalla Sinistra sino ad includere pezzi di centrodestra, e non si comprende come si possano teorizzare intese organiche di centrosinistra in vista delle regionali del prossimo anno. Eppure, a quanto pare, a queste latitudini nulla è accaduto. Se infatti l’ex Rettore prova a difendere la sua amministrazione affermando che il problema non è e non può essere Renzi, ma resta quello di costruire un’area moderata organica al fronte progressista, autorevolissimi riferimenti del Movimento Cinque Stelle, a partire dal vice Presidente Michele Gubitosa, si sono affrettati ad affermare che da questa parti l’alleanza con il Pd non è in discussione. Il gioco delle tre carte che certifica la natura tattica delle dichiarazioni di Conte, costretto allo strappo con il Nazareno per ragioni di mera sopravvivenza, posta l’urgenza di portare a compimento la nuova fase costituente del Movimento recuperando le ragioni dell’isolamento. Uno strappo tattico, dunque, funzionale a tenere a bada Beppe Grillo e i ribelli di Raggi e Di Battista, uno strappo che in alcun modo può mettere in discussione il potere acquisito, gli accordi definiti sul piano istituzionale e politico, la prospettiva di un’alleanza irrinunciabile per portare, finalmente, il Movimento al governo di Palazzo Santa Lucia. Con o senza Renzi, che in Campania vuol dire De Luca.