In Piazza Libertà grande partecipazione per il comizio di chiusura della candidata a sindaco. “Identità e progetti contro ricatti della vecchia politica”. Petitto e Genovese suggellano l’appoggio con la loro presenza
“Avellino non è la succursale di Salerno, Avellino è nostra, è il nostro orgoglio, e io sarò il primo sindaco donna della città”’, scandisce Laura Nargi, mentre parte la colonna sonora tormentone di ‘’Live is Life’’ degli Opus: sul palco di Piazza Libertà è accompagnata dalle mani al cielo dei candidati delle sue liste tra selfie, magliette a tema e cori da stadio.
Nargi, che sfoggia un tailleur rosso (‘’È un colore che adoro, il rosso fuoco, il rosso passione’’) è la mattatrice dalla serata di chiusura della campagna elettorale in città.
Sfrutta l’ultimo comizio provando a giocare sulle emozioni degli avellinesi indecisi, facendo alternare nella scaletta di cui è lei stessa la speaker, rendering di progetti, frasi ad effetto, testimonianze, stilettate a Gengaro, evocando il mantra del ‘’ritorno al passato’’ “votando lui”’.
‘’Gianluca (Festa ndr) ha fatto un lavoro immenso’’, rivendicano con orgoglio i suoi sostenitori e scatta l’applauso all’ex sindaco ancora ai domiciliari.
Tra il pubblico di Piazza Libertà ci sono centinaia di supporters e curiosi tra cui Livio Petitto e Rino Genovese, che saliranno anche sul palco formalizzando così la vicinanza al progetto di Nargi.
Dall’ambiente al commercio, dal digitale al turismo, dai giovani agli eventi, la candidata sindaco snocciola ancora una volta i risultati ottenuti dall’amministrazione uscente.
“’Volevo che si abbassassero i toni in questa corsa al ballottaggio, ma il mio appello è caduto nel vuoto”. Sul megaschermo appare una foto rabbiosa di Gengaro. ‘’Passa le giornate sul corso a contare le mattonelle’’, attacca Nargi. Dal pubblico non si contano fischi e ululati contro l’altro candidato sindaco. ‘’Io sono il sindaco del popolo, il popolo sarà orgoglioso di scrivere la storia della città’’. Il coro ‘’Laura Laura’’ accompagna l’elenco di quelli che evoca come fallimenti dell’amministrazione Gengaro-Di Nunno. Tunnel, piscina comunale, il centro per l’autismo; tutte opere di cui Nargi rivendica il rilancio o lo sblocco.
E poi ci sono i rendering di stadio e interscambio stazione-centro città, che infiammano i sostenitori presenti. Poi il momento più rovente, con gli affondi all’avversario. ‘’Con Gengaro si torna trent’anni indietro’’. ‘’È un prigioniero di un disegno vecchio, un uomo di sigle e partiti a cui deve dare conto. Io sono una donna libera di scegliere. Provo tenerezza della sua parabola politica. Il suo partito non lo voleva – attacca Nargi – ha litigato con il Pd. È un uomo sotto perenne ricatto’’. E via con slogan che hanno reso popolare in città e non solo Gianluca Festa: ‘’Avellino non è la succursale di nessuno, la Campania non finisce a Salerno’’, dice senza nominare De Luca, da sempre avverso all’amministrazione Festa-Nargi. Dalla piazza scatta l’ovazione. ‘’Laura c’è’, recita il motto della campagna elettorale, mostrato a caratteri cubitali sul megaschermo durante il comizio-show. Ma se avrà convinto anche la maggioranza degli avellinesi lo si saprà tra poco meno di 72 ore.