Sarà difficile in queste ore digerire lo 0-0 sul campo della Turris perché vuol dire sesta partita senza vittorie per un Avellino che doveva ammazzare il campionato o almeno lottare sempre e comunque per i primissimi posti. Ma dall’arrivo di Biancolino in panchina, dopo due giorni di allenamenti per l’ex attaccante biancoverde, è doveroso partire proprio dal suo innesto. Due soli allenamenti, uno di rifinitura, con sette assenti pesanti, basti pensare che ai lungodegenti Tribuzzi, Toscano e Patierno si sono aggiunti anche Armellino, Rocca e Russo.
Eppure Biancolino è stato capace, con Vincenzo Riccio al suo fianco, il chè già fa effetto così, di mettere in campo una squadra determinata e soprattutta vogliosa di fare risultato. Si è visto un Avellino diverso, inutile nasconderlo, il migliore della stagione. 4312 che diventa un 4222 col famoso quadrato magico a centrocampo. Mutanda è la novità grossa in mediana, al posto di De Cristofaro, Frascatore per Liotti terzino sinistro, Sounas e D’Ausilio messi in condizione di giocare all’attacco. Ha concesso qualcosa l’Avellino, ma forse è fisiologico per una coppia inedita Rigione-Enrici e una fase difensiva curata poco, tornando ai due soli allenamenti.
La Turris ha subito il gioco dei lupi, che si sono divorati diverse occasioni da gol: due con Redan, una con Vano clamorosissima nel secondo tempo. E’ mancata solo la rete, sarebbe stata una bella serata, una serata di rinascita completa. Ora, è chiaro, domenica col Foggia ci si aspetta di vedere ancora un passetto in avanti. Verticalizzazioni, personalità e mordente, quello che si è visto al Liguori. La classifica piange, ma forse al momento non è ciò che conta.
L’Avellino ha bisogno di certezze, fiducia e autostima. La strada, per ciò che si è visto ieri, sembra essere quella giusta, con i complimenti a Biancolino per averci messo del suo anche tatticamente; dal punto di vista mentale non c’era alcun dubbio.