Il coraggio che spinge tanti cittadini a scendere in piazza per il Pride, anche nella nostra piccola e marginale città, è il coraggio dell’ostentazione che sfida l’indifferenza, più che il pregiudizio. Il coraggio che vive negli occhi della nostra madonna nera
Ciò che non si conosce non si comprende. E di ciò che non si comprende è molto facile avere paura. La paura induce alla fuga, suggerisce indifferenza o, peggio, aggressività. Il presupposto della comprensione, viceversa, è la verità, che per dirla con Aldo Moro è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi. Il coraggio che spinge tanti cittadini a scendere in piazza per il Pride, anche nella nostra piccola e marginale città, è il coraggio dell’ostentazione che sfida l’indifferenza, più che il pregiudizio. Avellino è un pezzo di mondo, di questo mondo. Anche se spesso ce ne dimentichiamo. Un mondo che non è nostro, ma dei nostri figli e dei nostri nipoti, a cui abbiamo il dovere di insegnare il coraggio della verità, la normalità della diversità, che non è un ossimoro ma è ciò che muove il mondo, che ci fa quello che siamo. Un pezzo di mondo su cui si posa lo sguardo della madonna nera, di quella mamma schiavona che è mamma di tutti. È questo ciò che siamo, è questo ciò che dovremmo raccontare al mondo. Diceva Calvino che una città prende la sua forma dal deserto a cui si oppone. L’informe Avellino può trovare la sua forma opponendosi al deserto dell’indifferenza, del dogma di una normalità che non esiste. Ave ‘o Pride, Avellino piena di grazia.