La riforma avviata dal centrosinistra nel 2001 inizia il rush finale in parlamento con i criteri approvati dal centrodestra. Il disegno di legge Calderoli passa ora alla Camera. Orgoglio in maggioranza. Preoccupazione nelle opposizioni. Seduta sospesa sul canto dell’inno nazionale
Con 110 voti a favore, 64 contrari e 3 astenuti passa il disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia differenziata a Palazzo Madama. Il provvedimento firmato dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli (Lega), passa ora alla Camera. Nel dibattito parlamentare sono emerse forti contrapposizioni tra le forze politiche. La seduta è stata sospesa al canto dell’Inno di Mameli subito dopo il voto. Compatta nel sì la maggioranza di centrodestra. Astenuti i rappresentanti di Azione (ad eccezione di Maria Stella Gelmini che ha votato a favore in continuità con il suo operato nel governo Draghi). Contrari Pd, M5S, Alleanza Verdi Sinistra e Italia Viva. Il Ddl ha l’obiettivo di attuare la riforma del Titolo V della costituzione messa in campo a partire dal 2001 dal centrosinistra. Gli 11 articoli approdati in aula definiscono le intese tra lo Stato e le regioni che chiedono l’Autonomia differenziata su tutte o parte delle 23 materie indicate nel provvedimento, tra queste: salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura, commercio estero. Quattrodici sono le materie che dovranno essere definite dai Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) ai quali è subordinata la concessione dell’autonomia; si tratta cioè dei criteri e dei fondi che determinano il livello di servizio minimo e che deve essere garantito – è specificato nel testo – in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione di costi e fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio. L’autonomia consentirà alle regioni che producono maggior gettito fiscale di trattenerlo per re-investirlo. Il Governo entro 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Negli articoli è presente anche una clausola di salvaguardia che oltre ad estendere la legge alle regioni a statuto speciale e le province autonome, prevede l’esercizio del potere sostitutivo del governo. L’esecutivo può sostituirsi agli organi delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni quando si riscontri che gli enti interessati si dimostrino inadempienti, rispetto a trattati internazionali, normativa comunitaria oppure vi sia pericolo grave per la sicurezza pubblica e occorra tutelare l’unità giuridica o quella economica. In particolare si cita la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali.
Le posizioni delle forze politiche
Pd sventola tricolore e canta inno
“Il provvedimento amplia il divario tra nord e sud”. Così Alessandro Alfieri, responsabile riforme della segreteria Pd. “È altrettanto evidente che l’autonomia differenziata è diventata merce di scambio politico tra la Lega e Fratelli D’Italia. Autonomia differenziata per Premierato. Il Barattellum: un baratto – conclude il senatore del Pd – sulla pelle dei cittadini inaccettabile, contro il quale ci opporremo fermamente anche alla Camera”.
Forza Italia: “Bene Autonomia, vigilieremo sui Lep”
Per Fabrizio Sala, l’Autonomia unirà il Paese in modelli di eccellenza. “Come amministratore, e anche come cittadino, non posso che essere a favore dell’autonomia differenziata. Parliamo di uno strumento che unirà il nostro Paese e darà uno stimolo per lo sviluppo, altro che dividere: è quando si creano e poi si esportano modelli di eccellenza che l’economia cresce. E non parlo di divisioni tra nord e sud, le sacche di inefficienza sono ovunque e l’autonomia potrà aiutare a superarle”. Sull’approvazione è intervenuto anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria ed esponente di Forza Italia: “Sul tema Autonomia vigileremo affinché i Lep siano effettivamente garantiti”.
Azione si astiene, da Gelmini sì in continuità
Senatori calendiani astenuti ad accezione di uno. “Voto a favore di questo provvedimento”. Così Maria Stella Gelmini durante le dichiarazioni di voto in aula. “Avendo avuto responsabilità di governo su questo tema, penso che non si possa cambiare idea a seconda che si vestano i panni della maggioranza o dell’opposizione. Avendo scelto da ministro del governo Draghi la strada della legge quadro, confermata poi dal ministro Calderoli, ed essendomi battuta per disciplinare e garantire i Lep, oggi il mio voto non può che essere a favore di questo provvedimento”.
La soddisfazione della Lega: “Giorno storico”
“Oggi è un giorno importante, poi bisogna tenere i piedi a terra perché è l’avvio di un percorso che vede un passaggio alla Camera. È un disegno di legge che serve. I divari tra sud e nord, senza federalismo ed autonomia, negli ultimi anni sono aumentati e lo ha ricordato bene il ministro”. Così il Capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. “Quello di oggi, con il via libera del Senato al ddl sull’autonomia regionale differenziata, è un giorno storico per la Lombardia. A distanza di sei anni dallo storico referendum consultivo sull’autonomia tenutosi il 22 ottobre 2017, a distanza di quel Si espresso da tre milioni di cittadini lombardi andati a votare, dopo anni di freni a mano ideologici tirati dai Cinquestelle e dal Pd negli anni in cui avevano la maggioranza al Governo, oggi l’autonomia regionale ha ricevuto il suo primo via libera in un’aula parlamentare. Un grande risultato ottenuto grazie alla coerenza e determinazione del Governo di centrodestra e all’impegno politico della Lega e di Matteo Salvini”. Lo dichiara Fabrizio Cecchetti, deputato leghista e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier.
Fratelli d’Italia: “Nessun rischio di divisione”
“Il rischio di divisione è categoricamente escluso, soprattutto dopo il lavoro della prima Commissione” per cui “devo ringraziare il presidente Balboni”. Lo dice Andrea De Priamo, senatore di Fdi, nel corso delle dichiarazioni di voto sul ddl Calderoli, in Senato. “Siamo orgogliosi del lavoro di squadra che ha migliorato in modo sostanziale e concreto il provvedimento, come per la coesione nazionale”, ha ricordato il meloniano. La riforma sull’autonomia differenziata “Altro non è che l’attuazione di un principio costituzionale sancito dall’art 116. Colma un vuoto persistente da 23 anni in cui si è violata la carta fondamentale a partire cioè dalla sua riforma del titolo quinto. Chi critica il governo per il provvedimento al vaglio del Parlamento non si schiera contro di noi, ma contro la Costituzione”. Lo ha dichiarato Augusta Montaruli, vice capogruppo alla camera di Fratelli d’Italia. Avere una legge che attua un principio costituzionale – ha proseguito – significa dare maggiori e non minori garanzie agli italiani, che non saranno mai sottoposti ad alcun automatismo, essendo la maggiore autonomia prevista nelle materie indicate dalla Costituzione stessa e sempre rimessa ad un’intesa che necessita del consenso sia dello Stato sia della Regione richiedente nonché il vaglio di tutti i livelli istituzionali”.
Movimento 5 Stelle: “Maggioranza rinuncia a guida Paese. Patti scellerati”
“Noi oggi votiamo contro questo progetto di autonomia differenziata, un progetto scellerato di creare uno Stato Arlecchino. Ma non vi preoccupate, perché continueremo a difendere il Paese, al fianco di quella fetta d’Italia che invece lotta e vuole l’unità e l’uguaglianza. Voi evidentemente siete troppo impegnati a fermare i treni, a sparare con le pistole alle feste di capodanno, a fuggire dall’Aula quando parla l’opposizione dando al Paese lo spettacolo imbarazzante di una maggioranza che evidentemente ha deciso di rinunciare a guidare il Paese”. Così la vicepresidente del Senato Maria Castellone che sottolinea un patto scellerato in maggioranza che prevede l’approvazione tra le forze di maggioranza di Autonomia, Premierato e Riforma della Giustizia.