( Comunicato Stampa)—Le due vertenze che hanno tenuto banco nel 2023 rischiano di bloccare il processo industriale dell’Alta Irpinia.
La depurazione dichiara il Segretario della Fismic/Confsal Giuseppe Zaolino è l’emblema dell’incapacità politica di affrontare i nodi strutturali e dare finalmente una svolta pragmatica ai servizi essenziali per il funzionamento delle fabbriche del cratere.
Siamo d’accordo con il Presidente di Confindustria di Avellino quando dice che l’ASI ha fallito la sua missione, e però doveva anche aggiungere che deve essere commissariata e qualsiasi soluzione sulla depurazione deve passare attraverso un Commissario nominato dalla Regione con pieni poteri e soprattutto con finanziamenti mirati per ammodernare i depuratori e utilizzare tutti i lavoratori che fanno funzionare il sistema della depurazione, allargando i servizi alle imprese con un piano industriale gestito da un Manager capace di creare valore, utilizzando tutte le professionalità esistenti.
Pisano e Vanni Chieffo hanno accumulato 32 milioni di debiti con il fallimento CGS e la liquidazione dell’Asidep.
Basterebbe solo questo per chiederne le dimissioni.
Il senso di responsabilità dei 54 dipendenti che hanno sospeso lo sciopero è stato vanificato dall’ inaffidabilità dei due dirigenti che per l’ennesima volta sono venuti meno agli impegni.
Sappiano entrambi che alla ripresa produttiva delle fabbriche che avverrà l’ 8 di gennaio quasi certamente i lavoratori torneranno a scioperare e stavolta non si fermeranno fino a quando non riceveranno tutti gli stipendi arretrati e soprattutto non sarà individuato il soggetto gestore per un nuovo piano della depurazione.
Sulla IIA si aspetta la convocazione del MIMIT per parlare del nuovo assetto societario e della possibile privatizzazione, visto che Leonardo avrebbe deciso di abbandonare, riportandosi in casa già da alcuni giorni diversi dirigenti utilizzati a Flumeri e Bologna. L’arrivo di nuovi soci e la consapevolezza della massa debitoria, metterà tutti di fronte alla drammatica situazione.
550 dipendenti per produrre 200 autobus tra Roma e Bologna, significa aver perso ancora milioni di euro che si aggiungeranno ai 150 degli ultimi tre anni.
Il Governo Meloni ed il Ministro Urso sono avvisati.
In Irpinia non permetteremo una privatizzazione selvaggia e soprattutto tentativi di speculazioni a danno dei lavoratori e dell’economia di Valle Ufita