Il Presidente della Provincia di Salerno, noto per le fritture di pesce, è il volto più autentico del deluchismo. Il suo arresto è un colpo letale alla retorica plebiscitaria che si alimenta nel mito del consenso. La stessa retorica che dovrebbe legittimare la pretesa di De Luca di correre per il terzo mandato alle regionali del prossimo anno
Fatta salva la presunzione di innocenza sino al terzo grado di giudizio, che vale sempre per tutti i cittadini, l’arresto di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno, rappresenta un colpo durissimo per il sistema di potere che fa capo al governatore Vincenzo De Luca. Alfieri, ex capo staffa di De Luca, divenne noto a livello nazionale nel 2016 quando vestiva la fascia tricolore del Comune di Agropoli. Alla vigilia del referendum sulle riforme costituzionali volute da Matteo Renzi, De Luca, impegnato per il sì, radunò all’Hotel Ramada di Napoli circa 300 amministratori. In quella sede si rivolse proprio ad Alfieri, esaltando il suo clientelismo scientifico ed invitandolo a fare di tutto per portare i cittadini a votare, anche offrendo fritture di pesce. Da quel giorno Alfieri è diventato uno dei simboli del deluchismo e pochi anni dopo, nel 2019, il suo nome tornò all’attenzione delle cronache nazionali in occasione della sua elezione a sindaco di Capaccio festeggiata con un corteo composto da tir e ambulanze. Al di là del folklore parliamo di un pilastro del sistema di potere del governatore, capace di raccogliere enormi consensi. Basti considerare che ha vestito nella sua lunga carriera tre fasce tricolore per altrettanti comuni, in primo luogo Torchiara, poi Agropoli e quindi Capaccio Paestum. Eletto alla Presidenza della Provincia di Salerno nel novembre del 2022, Alfieri è il volto più autentico del deluchismo ed il suo arresto rappresenta un problema non da poco per il Presidente, non solo per le inevitabili conseguenze sugli equilibri istituzionali ma per le ricadute in termini politici e di immagine. A prescindere da quelle che saranno le evoluzioni in punto giudiziario il suo arresto rappresenta un colpo durissimo per Palazzo Santa Lucia e per la retorica deluchiana. Il contesto che emerge dalle indagini svolte dagli uomini della Guardia di finanza ci restituisce un quadro desolante, tra familismo e militarizzazione dello spazio pubblico. Un colpo al cuore del sistema clientelare che fa capo allo sceriffo, che smonta la retorica plebiscitaria che si alimenta nel mito del consenso. La stessa retorica che dovrebbe legittimare la pretesa di De Luca di correre per il terzo mandato alle regionali del prossimo anno.