“Non è tempo delle scelte”, è questa una delle frasi utilizzate dal presidente D’Agostino nella sua lettera al popolo irpino. E’ tempo di riflettere, in maniera lucida, fredda, di raccogliere e capire, di ripartire facendo tesoro degli errori commessi, ma anche e soprattutto da ciò che di buono è stato fatto. Dall’area dirigenziale, tecnica e dai calciatori, protagonisti in campo fino ad una semifinale playoff che sarebbe dovuta finire diversamente.
Lo meritava la squadra, lo meritava la piazza. Ad Avellino è tornato l’entusiasmo di un tempo, la consapevolezza di poter fare qualcosa di bello e la voglia di tornare nel calcio che conta dopo aver assaporato nei playoff le grandi sfide. E’ stata però, anche questa una stagione travagliata. A partire dalla conferma di Rastelli, durata due giornate dopo aver svolto il ritiro di Palena. E’ stata la stagione dell’addio a uno di quelli che aveva scritto la storia dell’Avellino, per fare spazio al giovane Pazienza.
Dubbi, scetticismo, per un tecnico giovane che è partito forte, veramente forte, nonostante la Juve Stabia non desse segni di cedimento facendo capire che il primo posto non fosse utopia. E’ stata la stagione dei quattro mesi senza vincere in casa, ed è proprio lì che i lupi, forse, hanno perso la possibilità del primato. La stagione del pareggio di Mignanelli, di un mercato che ha visto sei innesti, delle contestazioni a Ghidotti, della consacrazione di Patierno, diventato idolo della tifoseria biancoverde. Della sorpresa Sgarbi e del flop di altri.
La stagione dei sold out, della voglia di credere alla promozione. La società non ha lesinato sforzi con investimenti importanti. La stagione di un Perinetti amato ed odiato e di un Pazienza contestato in maniera forte, di una Curva Sud fredda con la squadra e di una pace fatta dopo la vittoria col Benevento. La stagione di una provincia compatta, uniti, verso la B sfumata poi con il Vicenza. Una stagione comunque vibrante, che lascia il segno a prescindere dal risultato.
Di ciò che sarà il futuro dello staff tecnico se ne parlerà tra qualche giorno. Si poteva fare di più? Sì, certamente. Ripartire da qui. Ripartire insieme, è la prima regola per tornare subito a sognare.